La cravatta e i suoi innumerevoli utilizzi a seconda del nodo

La cravatta e i suoi innumerevoli utilizzi a seconda del nodo

La cravatta, un piccolo accessorio diventato simbolo dell’eleganza maschile per eccellenza. Nata parecchi anni fa con la funzione di proteggere i legionari romani dalle nubi di polvere con cui spesso entravano a contatto, si guadagna già nel 1646 un posto nella moda grazie a Luigi XIV che all’età di soli sette anni, con la sua cravatta in pizzo, lanciò una vera e proprio moda tra la borghesia francese. In seguito la cravatta venne conosciuta e prodotta in tutta Europa per poi espandersi anche al di fuori negli altri continenti. Questo piccolo accessorio, frutto di un minuzioso ed accurato lavoro di precisione sartoriale, con il passare degli anni, si è evoluto, creando diverse versioni che variano dalle più semplici, come ad esempio la classica cravatta nera, immancabile nel guardaroba maschile, alle più stravaganti cravatte in fantasie e colori insoliti. Infatti è possibile classificare i vari tipi di cravatte in:

        • Tinta unita
        • Righe
        • A puntini
        • Fantasia
        • Trendy

È palese che ogni cravatta possa essere adattata allo stile ed alla personalità di un uomo, nonché alla circostanza, infatti benché sia un accessorio elegante, cambiandone la fantasia o il nodo diventa un accessorio più trendy e casual, adatto magari ad una clientela più giovane o a una personalità più estrosa. Ad ogni uomo la sua cravatta.

I nodi e i suoi utilizzi

Un aspetto fondamentale della cravatta è il suo nodo, che si classifica in base al numero e al tipo di passaggi effettuati. Alla fine degli anni novanta, due ricercatori del Laboratorio Cavendish dell’Università di Cambridge, Thomas Fink e Yong Mao, dimostrarono attraverso modelli matematici che esistono 85 nodi possibili per una cravatta classica. Con questo modo, inoltre, riuscirono a scoprire dei nuovi nodi, tra cui uno poi ribattezzato “nodo Fink”. I principali nodi sono:

Four in hand

Il nodo four in hand è il più semplice nonché il più diffuso: è costituito da 4 passaggi e prende il suo nome dall’omonimo club londinese del XIX secolo. Questa tipologia è attualmente considerata poco elegante, poiché il nodo che si va a realizzare risulta piccolo ed asimmetrico, è dunque adatto alle occasioni informali.

Mezzo Windsor

Questo nodo deriva dal classico Windsor, ma è costituito da soli 6 passaggi: se ben eseguito permette la realizzazione di un nodo triangolare quasi simmetrico ed è adatto alle occasioni più formali.

St. Andrew

In Italia detto nodo di Sant’Andrea, è molto raro e consiste in un nodo stretto che si appoggia in modo trasversale sul colletto. La sua particolarità è che la realizzazione inizia con la cravatta indossata al rovescio.

Windsor

Il nodo Windsor, chiamato anche nodo Scappino, Windsor pieno e doppio Windsor, prende il nome dal duca Edoardo di Windsor, icona di stile ed eleganza degli anni Trenta, che iniziò a prediligere i nodi più voluminosi. È anche universalmente noto però che il duca non inventò questo tipo di nodo e che addirittura non lo indossasse nemmeno. Si attribuisce dunque la nascita a Domenico Scappino, un sarto dei Savoia e fondatore dell’omonima casa di moda. È un nodo ideale per le occasioni formali, costituito da 8 passaggi, che realizzano un nodo grande, perfettamente triangolare e simmetrico. Questo modello è ritenuto il nodo standard per le cravatte nel mondo militare italiano.

Balthus

Prende il nome dal pittore surrealista del Novecento e si rasenta come un nodo molto grande, costituito da ben 9 passaggi.

Oltre a questi, vi sono anche dei nodi ancora più complessi, come l’Onassis che richiede perfino l’utilizzo di una pinzetta per essere completato, o il Trinity che crea un nodo a tre elementi.

Determinare quale sia il nodo adatto, dipende dalla larghezza della cravatta, dal tessuto e dalla consistenza degli interni ed in secondo luogo dall’occasione in cui verrà utilizzata. Perciò se dobbiamo partecipare a un evento galante o che comunque richiede un dress code elegante, utilizzeremo un nodo “Windsor”, riservato proprio alle occasioni formali, adatto a camicie con colletto aperto, ideale con il gilet. Mentre se l’evento è informale, un semplice nodo “four in hand” è quello che cerchiamo, che tra l’altro è anche il nodo più comune sia per la sua semplicità che per l’adattamento ai look business e casual.
Fonti (https://www.lanieri.com/blog/it/nodo-alla-cravatta-tutti-i-nodi-piu-famosi-e-come-farli/ e https://it.wikipedia.org/wiki/Cravatta#Produzione)

La cravatta nella moda italiana

Mentre in alcuni stati la cravatta ha mantenuto negli anni il suo status symbol di eleganza e raffinatezza, in Italia non è più un must di sofisticatezza, ma si adatta senza problemi a look decisamente più casual, abbinata a sneakers informali, tant’è vero che le occasioni in cui è richiesta sono sempre meno frequenti. Tuttavia rimane sempre e comunque un prodotto artigianale di sartoria, realizzato con cura e minuziosa accuratezza. In Italia vi sono numerose sartorie che realizzano interamente a mano, passo per passo, le cravatte, partendo dal disegno, proseguendo con l’assemblaggio dei tre pezzi che la compongono (pala, codino e giuntura) fino al confezionamento. Citiamo a questo proposito Luciano Maggi, stilista fiorentino, che da anni investe nella moda maschile e femminile, occupandosi principalmente di polo, borse, palline da golf e cravatte. Chiaramente uno sport di tale raffinatezza richiede un abbigliamento altrettanto elegante, ed è proprio questo l’intento di Luciano Maggi, un perfetto connubio tra moda e sport.

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